… le sue litografie sono d'un accento talmente attuale da farmi ritenere quei fogli per il loro alto contenuto decorativo, fra le più valide manifestazioni d’arte grafica che circolano in questi anni nel nostro paese
Francesco Carnevali, 1961
… la realtà viene colta con partecipazione e trasfigurata; tutto si muove e si agita nel contrasto dei segni articolati con perizia e immediatezza. Un mondo complesso che si distingue essenzialmente per una grande vena umana.
Luigi Dania, 1963
Un grande disegnatore di cui rimarrà la traccia nel tempo.
Dario Zanassi, 1963
Disegnatore di eccezionali qualità naturali; ci ha dato una serie di stupende pagine.
Walter Piacesi, 1964
Non ho dubbi che Fiorucci sia un grande disegnatore, e che i "Buoi" rappresentano un destino della sua espressività così forte e creativa.
Nino Caffè, 1965
Fiorucci scava a fondo senza nulla concedere alla superficialità e rivela una grande potenza grafica.
Marco Valsecchi, 1965
Un momento che egli sta artisticamente vivendo e magico cioè felice per raggiunto equilibrio tra disegno e colore, realtà e fantasia.
Sandro Gallucci, 1967
I soggetti rappresentati sono un mero pretesto - come d’altronde per tutti i veri artisti - un abbrivio allo sviluppo di strutture e problemi formali. Quasi astratta è la sua felice maniera, nel senso più vero che può avere questo termine.
Renzo Biason, 1968
I suoi "Buoi", le sue case rischiano di diventare famosi come i pretini di Caffè.
1968 Jffian Cetrangolo
Fiorucci può molto. Quella freschezza e sicurezza di colore e di linee, quella gioia trattenuta, quasi riserbo, sono indici di una sincerità risoluta quanto schiva delle facilonerie della moda.
Fabio Tombari, 1968
"Ti rammento Schubert di esporre nella sua galleria i disegni e gli acquarelli del giovane Fiorucci, sono essi di qualità superiore, assai rara oggidì."
Giorgio De Chirico, 1973
"Deriva dalla tipica radice dei creativi, dei grandi immaginari, in quegli spazi grafici il segno incide con profondità estrema la forma, sicché questa ne diventa, per illuminazione, emblematica".
Italo Calvino, 1974
Quelle immagini, quei buoi sono sulla linea dell'arco mentale, e diventano idee, profondità, creazione.
Paolo Volponi, 1975
Fiorucci è un grande acquarellista, un grandissimo disegnatore, uno degli artisti più indicativi e profondi che operano oggigiorno nel campo artistico.
Mario Monteverdi, 1975
Fiorucci appartiene con diritto a quella grande scuola d'incisione urbinate, che ha determinato una nuova storia artistica in tutto l'ambito europeo.
Carlo Bo, 1975
"Tu Fiorucci hai il merito di aver nobilitato l'acquarello di averne determinato tutta la sua trasparenza e freschezza un'arte fine a se stessa. L'hai fatto con grande professionalità e condivido con piacere l'entusiasmo che Carnevali prova per te".
Leonardo Castellani, 1983
Quei buoi - i famosi buoi di Fiorucci dirà qualcuno - non sono solo esemplari testimoni di una civiltà ormai andata, ma rappresentano anche la grande metafora della vita stessa, come ogni bimbo di campagna sperimenta con caparbia curiosità e come i bagliori e le palle di luce suggeriscono. E forse per questo sono così veri.
Ivano Dionigi, 1986
La grande mole dell'animale grava sulla tela come sulla carta dell'opera grafica, ben al di là di portarvi però il semplice valore della sua oggettiva specificità naturale. Vi si impone piuttosto, infatti, come concettualità di massa fisica o di roccia, a volte, a richiamare o invocare quasi, una promessa di sicurezza e insieme di fiducia e si carica così di un significato archetipale, mitico, fino a diventare persona (il suo occhio talvolta è decisamente umano), madre, addirittura; oppure è calore o casa o qualunque entità che abbia il potere di accogliere e proteggere.
Alberto Pierucci, 1988
"Fiorucci possiede in maniera eccezionale tutte le "virtù" del disegnatore… è un artista raro e discreto: ha il dono della poesia e nell'acquarello raggiunge una eccezionale intensità di dettato così che ogni suo foglio è pagina di poesia, di resistente poesia".
Valerio Volpini, 1989
Nell'ambito europeo, oggi è considerato uno dei maggiori acquarellisti per la tecnica eccezionale, per la raffinatezza d'esecuzione e per tutto quel repertorio cromatico ed espressivo. Rari artisti hanno raggiunto quella profondità, quei tagli particolari che rendono un po’ tutta l’opera distinguibile per originalità e fantasia.
Il "mondo" di Fiorucci emerge per raffinatezza, e sublimazione delle forme e della natura. Sono convinto che questi acquarelli sono la più attuale proiezione della grande tradizione tecnica e sensibili a ulteriori trasformazioni e raggiungimenti, senza mai disperdere la proprietà dello stile e la profondità creativa.
Hansen Polvert, 1990
Fiorucci non è artista che chiede alla textura della tela o del foglio una decantazione tale da raffinare gli effetti, da meditare i risultati nel senso di una enunciazione meno urtante dell’immagine. Egli piuttosto preferisce mantenere al quadro uno spessore, un turgore emotivo. E' per questo che le sue figure appaiono così evidenti, tattili, di una plasticità tanto incombente.
Floriano De Santi, 1991
Spiccano i suoi ovali, quasi un nuovo ritmo di composizione che tende a recuperare un modo naturale di osservazione: l’occhio inquadra qualsiasi visione nella rotondità dell’ellisse, entro la quale circola e si muove più liberamente qualsiasi immagine. Forse un riferimento cosmico, un brivido di raggiunta libertà interiore, un anelito di profonda spiritualità. Come liberazione, come allegoria del mutamento.
Ivana Baldassarri, 1995
Considero Fiorucci il miglior acquarellista che esista oggi in Italia. Il suo stile, la sua tecnica sono inconfondibili.
Mario Logli, 1996
Al momento contemplativo di Castellani, a quello esistenzialista, espressionista di Buscaglia, a quello narrativo di Ciarrocchi, Fiorucci aggiunge il colore della memoria, tanto che i suoi luoghi sono dei punti di vista, vere e proprie ricreazioni dello spirito, slabbrati nei loro confini geografici.
Silvia Cuppini, 1997
"E' stato bello e interessante camminare nella sua strada d'arte e con il rispetto di ieri e di oggi. Nell'acquarello hai scoperto la luce diffusa e geometrica intesa come forma. Nessuno è riuscito a tanto; sei un riferimento di stile e di scuola".
Mauro Giacomelli, 1998
Voglio comunicarti le straordinarie fascinazioni che silenziosamente i tuoi acquerelli hanno saputo trasfondermi.
Bruno Ceci, 2003
Il disegno è la sua più alta e completa modalità espressiva. Non è tanto l’astrazione che sfiora i sentimenti di Fiorucci, quanto una forma di osmosi tra l’artista e la natura, tra l’essere “immagine” e “simbolo” di un mondo. Ne risulta un linguaggio grafico il cui dominio è uno spaccato di ineguagliabile misura "estetica".
Eugenio Gianni, 2004
Se dovessi esprimere una personale preferenza, non esiterei a scegliere il disegno come sua più alta e completa modalità espressiva: perché è la voce più diretta, veloce, istintiva, ma anche, al tempo stesso, completa, direi esaustiva. Il che vuol dire, che con essa, l’autore ha raggiunto l’acme della sintesi, l’economia massima di "parole", in altri termini la vetta dell’arte. Accanto al disegno, però, porrei gli acquerelli. Infatti attraverso questa ultima tecnica il maestro urbinate raggiunge esiti di straordinaria felicità narrativa…
Sicché può dirsi che Franco Fiorucci (come fece il grandissimo Giacomo Leopardi con i versi) con i suoi segni, le sue forme, i suoi colori, elabora una poesia del paesaggio che si apparenta alla sensibilità lirica del poeta recanatese. Del resto lo aveva già notato il finissimo scrittore (amante dell’arte e segnatamente del disegno e dell’incisione) Valerio Volpini, il quale ha detto che nel lavoro del nostro artista "la puntualità e le simmetrie del disegno diventano sintesi descrittiva di un idillio con sentire leopardiano".
Armando Ginesi, 2005
Fiorucci è ritenuto uno dei più grandi acquarellisti europei, la sua tecnica è eccezionale per freschezza, proprietà linguistica e resa espressiva.
Domenico Naso, 2008
Note biografiche
Fiorucci Franco è nato a Urbino nel 1936, ha compiuto l’intero corso di studio presso l’Istituto di Belle Arti per il Libro nella città natale specializzandosi nella tecnica litografica. Dal 1957 al 1987 ha diretto la Cattedra di Disegno della Moda e del Costume nell’Istituto d’Arte di Pesaro. Oltre a diverse mostre allestite nelle Marche e successivamente nel territorio nazionale è invitato dal Comune di Venezia opera Bevilacqua La Masa per la mostra incisori nazionali Venezia 1969.
E’ invitato dalla Sele Arte Moderna alla mostra "15 artisti italiani" Milano 1964. Invitato dal Comune di Ancona alla mostra grafica "Artisti Marchigiani" Ancona 1978.
Nel 1974 allestisce la mostra alla Galleria Barbaroux a Milano.
Dal 1976 al 1986 rappresenta con altri artisti europei l’acquerello a Bruxelles, Lugano e Londra in mostre promosse dal Centro Studi Artistici di Vienna.
Negli stessi anni sue mostre itineranti sono state promosse dal Comune di Milano nell'interland.
Nel 1980 presenta al Salone delle Nazioni di Parigi i suoi acquerelli allestiti dalla Galleria Arcangeli di Milano.
Per meriti artistici nel 1985 è stato nominato membro dell'"Accademia Raffaello di Urbino".
Edizioni
Nel 1968 ha curato l’edizione particolare con incisione litografica per la Banca Popolare Pescarese.
Nel 1984 cura due edizioni per La Pergola "venti artisti per Trebbiantico".
Nel 1994 pubblica otto litografie per Inter Firm Ancona "Le acque delle Marche".
Nel 2004 per le edizioni Fanitudine illustra "i Mesi" di Fabio Tombari.
Per meriti artistici la Galleria Sternberg di Chicago lo invita ad una esposizione di acquerelli.
Nel 2006 si progetta "L'organetto del tempo" con dodici acquarelli per la Banca Popolare Pescarese.
Sue opere figurano in molte collezioni private e nei musei nazionali.
Varie riviste marchigiane e nazionali hanno presentato diffusamente la sua opera.
Dal 1984 a tutt'oggi dirige un corso per acquarello a Pesaro.
Risiede a Pesaro con studio in via Tumiati, 57 – Telefono 0721.52314 – Cellulare 349.7505089.
Recensioni
Nel 1974 su invito espone opere pittoriche e grafiche alla galleria "Barbaroux" di Milano. La stessa mostra assieme a mostre di J. Arp e Picasso viene recensita come evento dell’anno dal critico M. Valsecchi sulla rivista Derby Bazar.
A Senigallia per il concorso "Premio Arte Poesia" vince la medaglia d’oro come artista marchigiano dell’anno 1980.
Nel 2004 su invito espone una serie di acquarelli alla Chicago Gallery News.
Sue opere si trovano in numerose gallerie nazionali e collezioni private.